venerdì 20 gennaio 2023

"Should" e "would have to": che differenza c'è?


 Al condizionale del verbo italiano "dovere" (dovrei, dovresti, ecc.) possono corrispondere in inglese due diverse forme verbali: il modale should e la forma condizionale di have to (would have to). Le persone di madrelingua italiana tendono a usare should anche dove sarebbe richiesta l'altra forma, ma è importante capire la differenza fra le due, perché questa differenza incide sul significato dell'intera frase e sul tipo di "obbligo" che si attribuisce al soggetto.

Per chiarire la differenza, partiamo da alcuni esempi:

(1) "Arriveremo in ritardo alla riunione. Dovremmo avvisare gli altri!"

We're going to be late to the meeting. We should let the others know!

In questo caso, dovremmo esprime un obbligo morale o sociale (in senso lato): dovremmo informare gli altri del nostro ritardo perché sarebbe scorretto o maleducato non farlo. In altre parole, "sarebbe bene" avvisarli. Questo obbligo morale, nel senso di conformità a una regola di comportamento comunemente accettata o ad un'aspettativa altrui, si esprime con il modale should. Vediamo un altro esempio.

(2) "Non dovresti rivolgerti così ai tuoi colleghi. Non è professionale."

You shouldn't talk to your coworkers like that. It's unprofessional.

Anche in questo caso, "(non) dovresti" esprime un obbligo etico-sociale negativo o, per meglio dire, l'opportunità di evitare un certo comportamento (ad esempio, poco professionale). Potremmo anche riformulare la prima frase nel modo seguente: "Non è corretto rivolgersi così ai colleghi". 

Ogni volta che vogliamo esprimere questa idea di conformità a una regola di comportamento, si usa il modale should. Vediamo ora un paio di esempi in cui, invece, l'inglese richiede l'uso del condizionale di have to.

(3) "Potresti inviare ad Anna una copia del contratto, per favore?" - "Sì, ma purtroppo ho solo una copia cartacea. Prima dovrei tornare in ufficio e scannerizzarla".

- Could you please send Anna a copy of the agreement? - Yes, but unfortunately I only have one hard copy. I would have to go back to my office and scan it first.

In questo caso, "dovrei" non esprime un obbligo morale o sociale, ma l'eventuale necessità di compiere una certa azione (tornare in ufficio) per ottenere un certo risultato (far avere ad Anna una copia del contratto). Infatti potremmo anche riformulare così la risposta: "Sì, ma purtroppo ho solo una copia cartacea. Prima avrei bisogno di tornare in ufficio e scannerizzarla". Passiamo a un altro esempio.

(4) "Se volessi consegnare la relazione domani mattina, dovrei stare in piedi tutta la notte. Ho appena iniziato a scriverla!"

If I wanted to submit the report tomorrow morning, I'd have to stay up all night. I've just started writing it!

Come nell'esempio precedente, "dovrei" esprime la necessità (ipotetica) di compiere un'azione al fine di ottenere un risultato (anch'esso ipotetico): per consegnare la relazione domattina, mi toccherebbe stare in piedi tutta la notte.

In sintesi, se il condizionale di "dovere" si può riformulare con "è/sarebbe bene", "è/sarebbe il caso", "è/sarebbe opportuno", ecc., si traduce con should. Se invece corrisponde a "sarebbe necessario", "avrei bisogno di", "mi toccherebbe", ecc., si può tradurre con would have to.

Detto questo, come tradurreste la frase seguente? Con (a) oppure (b)?

"Per ottenere quel lavoro, dovresti imparare a usare Excel, altrimenti non ti prenderebbero neanche in considerazione".

(a) In order to get that job, you should learn how to use Excel, otherwise they wouldn't even consider you.

(b) In order to get that job, you would have to learn how to use Excel, otherwise they wouldn't even consider you.

Fatecelo sapere nei commenti!

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domenica 8 gennaio 2023

"Construction": un (parziale) falso amico


Fra i tanti falsi amici della lingua inglese, vi è il termine construction. In realtà, possiamo considerarlo un falso amico parziale: infatti, questo termine può indicare l’operazione del costruire un edificio o una qualsiasi struttura architettonica o urbana, ad esempio nelle espressioni construction industry (settore edile), construction site (cantiere)... o construction season, un termine usato spesso con accezione umoristica, soprattutto in Nordamerica, per indicare il periodo estivo, quando le condizioni meteorologiche consentono la ripresa delle attività di manutenzione stradale e le città si riempiono di cantieri! I canadesi e gli americani degli stati più settentrionali, ad esempio, prendono in giro la rigidità del clima delle loro regioni dicendo che lì esistono solo due stagioni: winter and construction season. Oppure tre, se aggiungiamo mud season, la “stagione della melma”, quando la neve inizia a sciogliersi e dappertutto diventa un pantano...


    Battute a parte, nel linguaggio dei contratti, il termine construction assume un significato del tutto differente da quello di “costruzione”. Per construction si intende l’interpretazione di un contratto e il termine è spesso usato in coppia con interpretation. Ad esempio: “The interpretation and construction of this agreement shall be governed by the laws of the Commonwealth of Pennsylvania” (“L’interpretazione del presente contratto sarà disciplinata ai sensi del diritto dello Stato della Pennsylvania”), oppure “This agreement shall be governed and construed/interpreted in accordance with the laws of the Commonwealth of Pennsylvania” (“Il presente contratto sarà disciplinato e interpretato ai sensi del diritto dello Stato della Pennsylvania”).

    In realtà, a voler essere precisi, construction e interpretation (con la rispettiva coppia di verbi to construe e to interpret) non sono esattamente sinonimi. Mentre interpretation si riferisce alla determinazione del significato delle parole, che serve ad accertare l’intenzione dell’autore di un atto, construction indica una funzione più “creativa” dell’interprete, ossia un’interpretazione che è anche integrazione e attiene alla determinazione del contenuto legale di un atto. Tuttavia, nella pratica, questa coppia di termini viene utilizzata di fatto come una coppia sinonimica e perciò sarà opportuno tradurli con “interpretare/ interpretazione” (e tradurli con questo unico termine – verbo o sostantivo, a seconda dei casi –, se compaiono entrambi).

 

    N.B.: nel linguaggio giuridico italiano, esiste una distinzione fra interpretazione del contratto (comprensione e accertamento del suo contenuto) e sua qualificazione (inquadramento del contratto all’interno degli schemi normativi, in modo da identificarne la disciplina). Come si può intuire, tale coppia di termini non è sovrapponibile a construction e interpretation. Perciò, quando si traduce o si redige un testo in inglese, sarà sufficiente rendere “interpretazione” con interpretation. Non è il caso, invece, di usare sia interpretation che construction, sia perché questi termini hanno assunto, nella pratica, un significato molto simile, sia perché l’uso di sinonimi o quasi-sinonimi è tipico del legalese e dovrebbe essere abbandonato a favore di un inglese più plain, ovvero più semplice nel senso di “privo di inutili orpelli linguistici” (tra i quali, appunto, catene di sinonimi).


Dal verbo to construe deriva to misconstrue, che naturalmente non significa “costruire male” bensì “interpretare scorrettamente, travisare, fraintendere ecc.” (analogamente a to misinterpret).


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